LA STORIA
La costituzione della Confcommercio della provincia di Venezia avviene, formalmente, il 24 agosto del 1946 , in una sala della Camera di Commercio di Venezia, in Calle Larga 22 marzo, davanti al notaio Pellegrini, con il nome di “Unione delle Associazioni dei commercianti della provincia di Venezia”.
In quella sede erano presenti i rappresentanti delle associazioni:
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Mirano;
• Commercianti prodotti dell’agricoltura di Venezia;
• Commercianti arredamento ed abbigliamento di Venezia;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Dolo;
• Commercianti di Mestre;
• Commercianti ed esercenti di Burano e frazioni;
• Commercianti ed esercenti di Chioggia;
• Dettaglianti alimentaristi di Venezia.
Nella seduta successiva, il 17 novembre dello stesso anno , ai soci già ricordati, si unirono anche le seguenti associazioni:
• Grossisti di vino;
• Esercenti macellerie;
• Pubblici Esercizi;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di San Donà;
• Panificatori;
• Rivenditori latte;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Cavarzere;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Portogruaro.
La denominazione venne modificata in “ Unione delle Associazioni Commercianti ed Esercenti della provincia di Venezia”.
In realtà, questa è solo la nascita ufficiale, perché le nostre associazioni già esistevano (anche se non si trovano atti ufficiali perché la costituzione per atto notarile non era necessaria), partecipavano alle assemblee nazionali della Confederazione, pubblicavano un proprio giornale dal titolo “Il Veneto Commerciale”.
Certo è singolare, leggere su quel giornale, i titoli di allora….
• Gli inasprimenti fiscali;
• Noi e il fisco;
• Unificare le forze;
• Il caro viveri e la libertà dei commerci;
• Tutela politica e libera concorrenza;
• Venezia ed il Turismo;
• Il turismo e gli albergatori;
• La nuova disciplina sui ristoranti;
• Giusta protesta degli esercenti al questore: stroncare i troppi abusi che minacciano la sana attività della categoria;
e via dicendo…
Verrebbe da dire che in settant’anni tutto è cambiato fuorché i problemi dei commercianti. Commercianti che vivono, lavorano in mezzo a crescenti difficoltà, fanno fatica ad essere capiti nella essenzialità del loro lavoro, nella funzione di tramite che svolgono al servizio del consumatore, e poi al servizio della società, con i posti di lavoro che creano, con la funzione di presidio sociale che svolgono, con le luci accese ad illuminare vie e piazze.
In quella sede erano presenti i rappresentanti delle associazioni:
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Mirano;
• Commercianti prodotti dell’agricoltura di Venezia;
• Commercianti arredamento ed abbigliamento di Venezia;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Dolo;
• Commercianti di Mestre;
• Commercianti ed esercenti di Burano e frazioni;
• Commercianti ed esercenti di Chioggia;
• Dettaglianti alimentaristi di Venezia.
Nella seduta successiva, il 17 novembre dello stesso anno , ai soci già ricordati, si unirono anche le seguenti associazioni:
• Grossisti di vino;
• Esercenti macellerie;
• Pubblici Esercizi;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di San Donà;
• Panificatori;
• Rivenditori latte;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Cavarzere;
• Commercianti ed esercenti del mandamento di Portogruaro.
La denominazione venne modificata in “ Unione delle Associazioni Commercianti ed Esercenti della provincia di Venezia”.
In realtà, questa è solo la nascita ufficiale, perché le nostre associazioni già esistevano (anche se non si trovano atti ufficiali perché la costituzione per atto notarile non era necessaria), partecipavano alle assemblee nazionali della Confederazione, pubblicavano un proprio giornale dal titolo “Il Veneto Commerciale”.
Certo è singolare, leggere su quel giornale, i titoli di allora….
• Gli inasprimenti fiscali;
• Noi e il fisco;
• Unificare le forze;
• Il caro viveri e la libertà dei commerci;
• Tutela politica e libera concorrenza;
• Venezia ed il Turismo;
• Il turismo e gli albergatori;
• La nuova disciplina sui ristoranti;
• Giusta protesta degli esercenti al questore: stroncare i troppi abusi che minacciano la sana attività della categoria;
e via dicendo…
Verrebbe da dire che in settant’anni tutto è cambiato fuorché i problemi dei commercianti. Commercianti che vivono, lavorano in mezzo a crescenti difficoltà, fanno fatica ad essere capiti nella essenzialità del loro lavoro, nella funzione di tramite che svolgono al servizio del consumatore, e poi al servizio della società, con i posti di lavoro che creano, con la funzione di presidio sociale che svolgono, con le luci accese ad illuminare vie e piazze.